Transessualità e diritti: una riflessione sul linguaggio
Dal convegno Uisp di Bologna le indicazioni del prof. Paolo Valerio sulle formule giuste da usare per difendere la dignità di tuttiNel convegno “Transessualità, tra sport e diritti” si è parlato anche di linguaggio: una situazione complessa che merita di essere approfondita: come intervenire? “Non si possono trascurare aspetti decisivi come il linguaggio – ha detto Paolo Valerio – al termine Lgbt abbiamo aggiunto una ‘i’ per indicare gli intersessuali. Oggi le persone omosessuali non devono nascondersi più, quelle transessuali chiedono di essere riconosciute dalla legge. Dobbiamo saper costruire relazioni e raccontare queste storie sapendo usare un linguaggio rispettoso. Il Consiglio d’Europa ha trasmesso delle raccomandazioni agli Stati membri che puntano ad affermare dignità e rispetto per le persone transgender, attraverso gli operatori e i professionisti della salute e quindi anche dello sport”.
GUARDA IL VIDEOPaolo Valerio è uno dei curatori del testo "Lesbiche. Gay. Bisessuali. Transgender. Una guida dei termini politicamente corretti", con Anna Lisa Amodeo e Cristiano Scandurra. Per scaricare il pdf
clicca quiPaolo Valerio è intervenuto nell'edizione di venerdì 26 giugno del
Giornale radio sociale.
ASCOLTA L'AUDIOE' corretto dire "una persona transessuale" ed è offensivo dire "un trans", così come lo è parlare di "gay" rispetto, ad esempio, "una persona lesbica". Si tratta di attenzioni da rivolgere agli altri, spesso anche nella costruzione delle frasi: è scorretto dire "ha ammesso di essere gay". "Spesso i media hanno un ruolo chiave nel divulgare informazioni corrette o meno - ha proseguito Valerio - sempre ci si deve chiedere: parlando di questioni sessuali o di genere avrò utilizzato un linguaggio corretto? Alcune aziende o enti pubblici hanno cominciato a dotarsi di codici di corretto comportamento quando il personale si trova di fronte a persone Lgbti. Non stiamo parlando più di mondi che riguardano marginalità o mondi estremi ma di una società sempre più complessa che deve
misurarsi con i diritti, le identità, i generi di tutti. Stiamo molto attenti a non procurare sofferenze a queste persone, ai loro amici e ai loro parenti soltanto perchè ci facciamo, consapevolmente o inconsapevolmente, trasmettitori di uno stigma, con il nostro comportamento o il nostro linguaggio".
(I.M.)Per visualizzare la presentazione di Valerio
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